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Il Rinascimento di Bill Viola a Palazzo Reale

Il Rinascimento di Bill Viola
a Palazzo Reale

A Firenze negli anni ’70 come direttore tecnico del centro di documentazione art/tapes/22 e nel 2017 con la mostra Rinascimento elettronico, Bill Viola torna in Italia per ‘esplorare l’Umano’.

Bill Viola, maestro assoluto della videoarte contemporanea, torna in Italia con una straordinaria mostra monografica pronta a coinvolgere e sconvolgere con rappresentazioni uniche nel suo genere. Inaugurata il 24 febbraio e in esposizione a Milano fino al prossimo 25 giugno, le sale del museo di Palazzo Reale hanno il piacere di ospitare quindici tra le opere di Viola più acclamate, in un percorso che racchiude al suo interno gli ultimi quarant’anni della carriera del noto artista, ormai considerato da tempo il rappresentante per eccellenza dell’arte fatta video. Il progetto attualmente in corso nasce dalla collaborazione del Bill Viola Studio con Palazzo Reale e Arthemisia, in un programma promosso dal Comune di Milano-Cultura, che ha visto coinvolta nelle vesti di curatrice Kira Perov, moglie di Viola e direttore esecutivo dello studio, e la casa editrice Skira con il contributo di Valentino Catricalà per la realizzazione di un catalogo in accostamento alle rappresentazioni esposte.

Nato a New York nel 1951 ma con origini italiane, Bill Viola è senza alcun dubbio il massimo esponente della videoarte dei giorni nostri. Le sue opere traggono ispirazione da un preciso e attento interesse nei confronti dell’essere umano, approfondito e accostato in relazione allo scorrere del tempo, al rapporto indissolubile tra la vita e la morte, agli elementi che lo circondano e a scenari che ripercorrono diverse epoche storiche e artistiche.
Proprio il tempo, che Viola utilizza con abile maestria, rappresenta un elemento centrale nelle video-installazioni in esposizione a Palazzo Reale. Immagini che narrano storie diverse sviluppate in pochi secondi, qui estese a interi minuti, per dare all’osservatore la possibilità di cogliere tutti quegli elementi impercettibili e fugaci che configurano l’opera d’arte stessa. I movimenti dei soggetti rappresentati, le espressioni dei volti che Viola decide di raffigurare, la sensazione di malleabilità del tempo sono ciò che rende la sua produzione artistica unica e immediatamente riconoscibile.

Questa non è la prima volta che Viola porta la sua arte in Italia. Il legame tra l’artista e il Bel Paese è infatti quanto più vivo possibile. I suoi lunghi viaggi, che hanno caratterizzato l’impronta narrativa delle sue opere, lo hanno condotto anche a Firenze dove ha vissuto per più di un anno e dove ha avuto l’occasione di entrare in contatto con forme artistiche differenti. In questa cornice, diversi anni più tardi, si è reso protagonista di un’importante esposizione tenutasi presso la Fondazione Palazzo Strozzi nel 2017 dal titolo “Rinascimento elettronico”, in cui il contrasto tra le classiche opere dei maestri rinascimentali e le innovative rappresentazioni del videoartist ha contribuito a creare un autentico locus amoenus, o ancora la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1995 in rappresentanza degli Stati Uniti.

BILL VIOLA, Air Martyr, 2014 Color high-definition video on flat panel display mounted vertically on wall 107,6×62,1×6,8 cm 7:10 minutes Executive producer: Kira Perov Performer: Sarah Steben. Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Quelle che Viola racconta nella sua attuale mostra a Milano sono immagini evocative che grazie all’utilizzo del suono, della luce e della slow motion catturano l’interesse dell’osservatore, a cui viene reso visibile ciò che è invisibile agli occhi. Ripercorrendo alcune delle tappe più importanti della sua intera carriera si ritrovano opere fortemente connesse al Rinascimento italiano, tra le quali The Greeting (1995), The Quintet of the Silent (2000) e Catherine’s Room (2001) della serie Passions, presenti all’interno della prima sala. Proseguendo le immagini di uomini alle prese con i quattro elementi, della serie Martyrs (2014), ciascuno di essi causa della loro stessa morte. Un percorso che include la nota Ocean Without a Shore (2007) dove Viola fa incontrare le due realtà della vita e della morte, e The Raft (2004) in cui un improvviso getto d’acqua investe un gruppo di individui, travolti da questa potenza inarrestabile che indistintamente colpisce uomini e donne. Tristan’s Ascension (2005) nella quale una cascata che scorre al contrario solleva l’anima e il corpo di un uomo fino alla sua scomparsa. L’arte di Bill Viola affronta le diverse epoche con uno sguardo diretto al futuro, coniugando con maestria e capacità l’immenso patrimonio artistico occidentale e orientale insieme alle innovazioni tecnologiche dell’età contemporanea, restituendo un risultato del tutto inedito capace di stupire come con i capolavori di un tempo. La scelta di rallentare all’estremo le rappresentazioni permette non soltanto di osservare la scena nella sua naturale evoluzione, ma anche di scorgere i diversi passaggi che la compongono, costringendo chi la guarda a contemplare l’opera con incantevole attenzione.

BILL VIOLA, Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), 2005 Video/sound installation Color high-definition video projection; four channels of sound with subwoofer (4.1) Projected image size: 5,8×3,25 m 10:16 minutes Performer: John Hay Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

Trailer of The Encounter, 2012. Video a colori ad alta definizione su TV al Plasma. Collezione Casamonti Firenze.

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/bill-viola

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