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Yòkai giapponesi: bellezza e inquietudine al museo degli Innocenti

Yòkai giapponesi:
bellezza e inquietudine
al museo degli Innocenti

yakoi e figure giapponesi

The latest engaging exhibition at the Istituto degli Innocenti in Florence presents to the public Japanese yōkai, creatures that exist between the known and the unknown, reflecting a spiritual and natural imagination of Japan with historical roots in the Tokugawa era. These beings embody the supernatural and social changes. Although similar figures do not exist in European culture, in Japan, they symbolize an intersection of fantasy, religion, and everyday life. In both patriarchal contexts, monstrous female figures, such as Yamanba, reflect historical misogyny and critique the condition of women, which is now reinterpreted in contemporary literature.

Xilografie, maschere, samurai e voci narranti avvolgono in una dimensione ancestrale. Al Museo degli Innocenti a Firenze si celebra lo spiritualismo della cultura giapponese. Con la collaborazione del Museo Stibbert per Vertigo Syndrome, Paola Scrolavezza, direttrice del dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne di Bologna, curatrice della mostra con Eddy Wertheim, ci svela di più di un mondo lontano ed enigmatico.

Professoressa, cosa rappresentano gli Yōkai giapponesi?

La parola yōkai è composta da due caratteri, 妖 (yō) e 怪 (kai): il primo suggerisce la fascinazione, l’incantamento; il secondo significa apparizione, mistero. Queste creature hanno una natura crepuscolare – in giapponese tasogare – e abitano l’intervallo tra il noto e l’ignoto. Sono reticenti ad una classificazione, manifestandosi in una incredibile varietà di ibridi, mutaforma, orchi, demoni, quale condizione necessaria per il fushigi (il soprannaturale, il perturbante). Divenute popolari già in epoca Tokugawa e nelle stampe ukiyoe, sono portatrici di profonde trasformazioni sociali, in un momento storico in cui i valori e le consuetudini dell’aristocrazia guerriera vengono soppiantati da quelli della borghesia che si sta affermando, generando allo stesso tempo entusiasmo e inquietudine. 

Esiste un loro corrispettivo nella cultura europea o italiana? 

Direi di no: gli yōkai sono profondamente radicati nella cultura e nella spiritualità giapponese e prendono forma da un immaginario incentrato su una percezione del divino come forza pervasiva. In Giappone ogni elemento naturale – animale, albero, roccia, rivolo d’acqua –  così come ogni elemento frutto dell’ingegno umano può contenere una scintilla del divino. La cultura giapponese è ricca di spiritualità in cui proliferano creature nate dall’intersezione tra il fantastico, la religione e la vita quotidiana.

La cultura giapponese era patriarcale e la donna assumeva spesso un profilo mostruoso. Quali sono le differenze tra la cultura nipponica e quella italiana?

La cultura giapponese è fondamentalmente patriarcale (come quella italiana): le radici di questo fenomeno affondano nel passato, dove le donne erano escluse dall’esercizio del potere e relegate a ruoli ancillari e ancora oggi la discriminazione di genere è una realtà. Figure come la Yamanba, la strega della montagna che inganna gli ignari viaggiatori solitari e li divora, o la yukionna, che uccide con il suo respiro gelido e la futakuchi onna, che divora senza sosta con le sue due bocche, sono nate da un immaginario misogino, intimorito della sessualità femminile e dal mistero della maternità.  La letteratura femminile contemporanea prende ispirazione da queste figure trasgressive e ribelli, che rappresentano la sofferenza di un mondo femminile votato al sacrificio per la famiglia.

Fino al 3 novembre 2024. Per info Museo degli Innocenti

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