Il corpo in rivolta sul grande schermo.
Sperimentazioni e disobbedienza
Il corpo come luogo di incontro e scontro è il tema portante di questa edizione, rappresentato dall’immagine del manifesto tratta dal cult utopico e sovversivo “Wr, i misteri dell’organismo”. La commedia politica irriverente di Susan Makavejev del 1971 a quei tempi vietata in Jugoslavia, apre la sezione Diamonds are forever. Con la direzione artistica di Alessandro Stellino e Claudia Maci nell’organizzazione, un ricco elenco di ospiti anche internazionali animerà gli eventi insieme a proposte inedite. Seguiranno masterclass e premiazioni nei lunghi, medi e cortometraggi.
Tra le tante sezioni Doc at work è la piattaforma professionale osservatorio sul cinema del futuro, con generazioni a confronto. Rinnovata nella struttura è giunta al suo decimo anno e la dimensione cinematografica del reale assume qui un taglio quasi giornalistico, promuovendo l’incontro tra professionisti attraverso proiezioni, workshop e progetti. La sezione si articola in Future Campus e Industry. Future Campus guarda al futuro attraverso i corti di giovani registi e registe emergenti provenienti dalle scuole di cinema di tutta Europa. Favorisce lo scambio di competenze con l’obiettivo di fornire spazi e strumenti per apprendere, creando occasioni di confronto e collaborazioni e dando visibilità ai giovani talenti.
Urgenza ambientale e diritti umani
Il focus ambientale è in prima linea al festival attraverso Habitat, una sezione che da 5 anni affronta le sfide climatiche realizzata con il contributo di Publiacqua. Quest’anno si amplia anche ai diciassette goals dell’Agenda Onu 2030 dando voce a diritti umani e inclusione. É il caso di “Daughter of the sun”, dove giovani yazide schiave dei terroristi islamici dovranno abituarsi a una nuova vita in libertà. Riccardo De Angelis con “Ho fatto dei miei sogni la mia vita” racconta invece la storia del medico Carlo Urbani che identificò e bloccò il virus SARS.
Habitat si muove al fianco dell’iniziativa “Guida ai festival green” mettendo in pratica soluzioni sostenibili per valutare l’impatto ambientale dell’evento, come incoraggiare i registi a produzioni meno incidenti sull’ambiente per limitare gli sprechi. I badge sono semi piantabili. Habitat trova in Abc gadgets e Treedom partner virtuosi dando vita alla Foresta del Festival dei Popoli, per contribuire a piantare alberi riducendo emissioni di CO2. Il cinema al Festival dei Popoli è come un seme che custodiamo oggi e raccoglieremo in futuro. La sua narrazione permette non solo di volare attraverso la poltrona di una sala, ma di ricordare che è nella condivisione il piacere della visione.
Articolo di Gaia Carnesi