“Quando fotografo aspetto ore, giornate intere dentro ai capanni di ripresa, aspetto che accada qualcosa, in silenzio e contemplazione, perché so che prima o poi arriverà il momento in cui fermerò quell’istante per sempre. Con gli animali è coinvolgente scoprire i loro modo di comunicare e il comportamento di ogni specie, e più li guardo e più mi sento fratello, non padrone”. Così Valter Bernardeschi, fotografo naturalista toscano, descrive il suo viaggio nella ‘wilderness’ che dagli anni ‘70 lo ha portato in oltre quaranta paesi del mondo dai quali è sempre tornato con tesori inestimabili. La bellezza della creazione, celebrata nel percorso espositivo della mostra “E fu sera e fu mattina. La Natura negli scatti di Valter Bernardeschi”, visitabile a Palazzo Medici Riccardi fino al 7 gennaio, è accompagnate da alcuni passi della Lettera Enciclica Laudato si’ del Santo Padre, insieme alle quaranta foto esposte che invitano ad una riflessione profonda su temi come la creazione, la trasformazione e la bellezza eterna del mondo naturale.
Dopo tanti anni, si emoziona sempre quando fotografa queste creature?
Molti animali per essere fotografati richiedono tecniche e strumentazioni particolari e lunghi appostamenti. La fotografia mi permette di vivere molto vicino agli animali e di poter godere della loro bellezza. È un privilegio per me, mi sento vivo e parte del mistero della vita.
Come è organizzato il percorso di visita della mostra?
Le foto esposte sono quaranta e illustrano i giorni della creazione, scanditi nella Genesi. C’è la terra, l’acqua, gli animali e poi c’è anche lui, l’Uomo, a cui auguro di potersi riconciliare con questo prezioso ecosistema, la cui delicatezza è rappresentata dal filo trasparente di una ragnatela illuminata dai raggi del sole, che si scompone in un arcobaleno di colori.
Quali sono i suoi maestri e che tecnica ha utilizzato per stampare le foto in mostra?
Il primo fotografo della storia è stato Caravaggio e io dico sempre con ho imparato da lui il contrasto tra fondo scuro e controluce. In fondo il frame della macchina fotografica è la cornice di capolavori che sono già lì, nella natura. Per la stampa delle foto utilizzo stampanti a getto d’inchiostro su carta cotone Fine Art. Per mantenere il contrasto e dare risalto ai neri uso un fissativo che distribuisco con l’aerografo, facendo attenzione a non creare un effetto lucido sul resto della fotografia.
La mostra promossa dalla Città Metropolitana di Firenze in collaborazione con il Museo Geo Bruschi, l’Associazione Fotografi del Levante Fiorentino e l’Associazione culturale Kairos, è frutto di un progetto di Giovanni Passaniti con MUS.E. Valter Bernardeschi ha pubblicato sulle più autorevoli riviste come National Geographic, Bell’Europa, Oasis, BBC wildlife. Collabora da anni con l’importante agenzia fotografica francese BiosPhoto ed è stato vincitore anche di rinomati premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali tra cui, nel 2013 e nel 2018, il Wildlife Photographer of the Year del Natural History Museum di Londra.