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Unsettling Genealogies: estetica, ideologia e propaganda

Unsettling Genealogies: estetica, ideologia e propaganda

La riflessione culturale di Alessandra Ferrini sul lascito del Colonialismo al Museo Novecento

Sono gli ultimi giorni per visitare al museo Novecento ‘Unsettling Genealogies’ la mostra dell’artista e ricercatrice fiorentina Alessandra Ferrini. Curata da Daphne Vitali e visitabile fino al 28 aprile, ‘Unsettling Genealogies’ è il risultato di anni di ricerche d’archivio dalle quali emerge il ruolo del regime fascista e della politica italiana nella gestione e negli utilizzi dell’arte durante il Fascismo.

L’artista, che conduce studi sul tema della memoria collettiva e privata, trasforma la ricerca d’archivio in uno strumento prezioso per illustrare il racconto, confrontarsi con un’eredità familiare importante ed illuminare una realtà passata che ha condizionato il linguaggio artistico italiano del Novecento.  

L’idea da cui muove l’intera ricerca è una fotografia d’epoca in cui è ritratto il Conte Giuseppe Volpi di Misurata, imprenditore italiano ed esponente di spicco del partito nazionale fascista, in occasione dell’inaugurazione della terza Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, prendendo in esame le politiche culturali del fascismo e gli effetti a lungo termine degli investimenti del regime nell’arte, sottolineando il rapporto esistente tra estetica, ideologia e propaganda. Un focus quindi sul Novecento dal punto dal punto di vista storico e artistico e le delicate relazioni politiche con l’area Mediterranea e del Nord Africa dettate dal colonialismo.

Foto di Serge Domingie

Il linguaggio multimediale scelto per restituire il materiale d’epoca rinvenuto dall’artista (fotografie, articoli di quotidiani, anche della stampa d’opposizione, immagini e lettere), riporta all’attenzione del pubblico un tema importante per la storia del Novecento italiano, ovvero l’impronta lasciata dal fascismo e dall’imperialismo nella società, così come nelle arti.

La mostra, in corso al Museo Novecento fino al 28 aprile, si snoda in ambienti speculari e differenti, passando dalla riproduzione di un salotto familiare e ovattato, a un ambiente asettico per la visione di narrazioni per immagini e video e permette un dialogo con il pubblico invitandolo all’interazione per giungere a profonde riflessioni. In una sala, l’installazione ispirata al palcoscenico dell’inaugurazione della Terza Mostra del Cinema di Venezia del 1935, esplora la storia delle istituzioni culturali durante il fascismo, mentre un altro spazio il video dell’artista intenta a leggere le lettere indirizzate ai suoi parenti, sfidano la narrazione ufficiale, invitando alla riflessione su eredità personali e nazionali, su memoria collettiva e la formazione del sistema sociale italiano. L’Arte permette immersioni storiche e sociali capaci di riportare a vivere epoche distanti, ritrovandone le tracce nel presente. 

Unsettling Genealogies parla anche di orgoglio delle proprie scelte, quelle difficili che originano dalle proprie radici. Destini che sembrano ripetersi ma lasciano margine di scelta in culture lontane e differenti, sicuramente libere di esprimersi, che si possono definire “casa”. 

Testo di Gaia Carnesi. Foto: Courtesy of Serge Domingie

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