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Sauro Cavallini scultore universale

Sauro Cavallini scultore universale

Arte come purificazione dal dolore

Nelle sale di Palazzo Strozzi Sacrati fino al 28 febbraio sarà possibile visitare la mostra di Sauro Cavallini, uno degli artisti italiani più prolifici del secondo Novecento. Inaugurata il 26 gennaio 2023, alla vigilia della ricorrenza della Giornata della Memoria, la mostra riunisce in un’unica sede espositiva sedici delle sculture realizzate da Sauro Cavallini tra il 1961 e il 1963. Per l’occasione il Centro Studi Cavallini ha deciso di esporre al pubblico una delle opere più famose dell’artista, Balletto per la Pace. La scultura sarà collocata in Piazza Duomo (tra l’abside della Cattedrale e Palazzo Strozzi Sacrati) dove resterà dall’8 febbraio – giorno dell’inaugurazione – fino al 11 aprile.

«Un messaggio potente e purtroppo ancora attuale, nel contesto drammatico che stiamo attraversando. Il vissuto di Cavallini, carico di dolore, traspare in modo vivido in tutte le sue creazioni ed è questo che le rende davvero uniche» – sottolinea la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini.

Fucilazione, 1962.
Il caduto, 1962.
Prigioniero, 1962

Era il settembre del 1943 quando all’età di 16 anni Sauro Cavallini fu arrestato dalla polizia fascista e rinchiuso nel campo di internamento di Gradaro a Mantova. Le atrocità di quell’anno di prigionia lo avrebbero tormentato per tutto il resto della vita. Le sculture in mostra sono imponenti, alcune alte più di due metri, e rievocano immediatamente le privazioni e le condizioni in cui migliaia di persone riversavano all’interno di quei campi di concentramento. La disperazione e l’angoscia che lo stesso artista ha sperimentato su di sé, ancora giovanissimo, sono rimaste impresse dentro a quei metalli, sciolti nel fuoco e purificati attraverso l’arte.

Luce e Ombra. L’opera di Sauro Cavallini. Video di Francesco Tasseli per Galleria Enrico Paoli.

Sauro Cavallini realizzò queste sculture con una tecnica speciale, “goccia su goccia”. Scioglieva scarti metallici con l’ausilio di una fiamma ossidrica quasi a voler trasferire il dolore sofferto anche nell’atto creativo. Gocce capaci, una alla volta, di modellare e plasmare corpi e materiali, dando vita a figure umane contorte, scheletriche e tormentate che rappresentano le fucilazioni a cui aveva assistito, la prigionia, le torture.

Per la prima volta esposte a Firenze, queste opere costruite interamente in ferro e in ottone, ripercorrono il vissuto travagliato e doloroso delle violenze e dei soprusi patiti, con una forza narrativa tagliente e un linguaggio scarno. Le sculture in mostra, che rappresentano corpi e volti deformati dal dolore, raccontano gli abomini della guerra attraverso posizioni scomposte, identità negate e sguardi muti.

Sauro Cavallini, artista dalla personalità eclettica, ci ha lasciati nel 2016 ma durante la sua carriera ha ottenuto riconoscimenti importanti e commissioni prestigiose che hanno portato le sue opere in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco, del Parlamento Europeo di Strasburgo.

Durante la visita sarà possibile ammirare le singole sculture e seguire una ricostruzione storica di quegli anni attraverso documenti e testimonianze fotografiche.

Calogero Fanara

Sauro Cavallini
L’opera di un internato

Mostra di 16 sculture
A cura di Maria Anna Di Pede
Dal 26.01.2023 al 28.02.2023
Giunta Regionale della Toscana, Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, Piazza del Duomo, 10, Firenze
Orari: LU-VE ore 10-12.30 e 14-16.30; SA 10-12.30
Ingresso libero
Tel. +39 335 7877373
art@saurocavallini.it – www.saurocavallini.com

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