Il futuro del Pianeta attraverso i fotografi del Cortona on the Move Festival
L’Uomo deve riconnettersi con le altre forze: deve guardare a terra per ristabilire relazione con natura ed altri esseri viventi, deve guardare in alto per riconciliarsi con angeli e spiriti”.
(Joseph Beuys)
Nell’affascinante borgo di Cortona l’appuntamento fotografico annuale Cortona On the Move, giunto alla sua tredicesima edizione, ha tutta la forma di un movimento artistico che si estende vivo tra vie e palazzi storici.
Il festival, in partnership con Lens Culture, network e rivista fotografica online, permette di insediarsi nel tessuto sociale e urbano attraverso immagini ed eventi, coinvolgendo artisti provenienti da tutto il mondo.
Il focus del festival è da sempre la narrazione documentaristica e una forte propensione alla contemporaneità, con particolare attenzione ai temi sociali, offrendo un’ampia panoramica della scena artistica mondiale privilegiando l’innovazione e l’originalità.
Con la partecipazione di più di trenta artisti e ventitré mostre articolate tra il centro storico della città, la fortezza medicea del Girifalco e la Stazione C (nuovo polo espositivo), il Cortona festival comprende al suo interno anche progetti internazionali come “Seed Festival” seed360.org il festival di architettura sulla cultura della sostenibilità.
MORE OR LESS è il tema che Paolo Woods, direttore artistico, ha selezionato per questa edizione.
«Il divario tra necessario e superfluo nell’epoca dell’accumulo e del consumismo è rappresentato da queste due categorie specchio della società, rivelandone le ambizioni, i timori, le attitudini. L’invito è un’indagine del complesso rapporto tra masse ed èlite, il confine tra abbondanza e carenza… accumulare o dissipare».

Con il fotogiornalista Zed Nelson e il progetto The Anthropocene Illusion, vincitore del Cortona On the Move Awards 2022, la natura si trasforma in una vetrina allestita ad hoc per gli avventori, nell’illusione di un ambiente naturale. Il suo è un progetto che ricalca le linee di una natura addomesticata e apatica, strozzata dalla crisi climatica.
Nato in Uganda ma cresciuto a Londra, l’artista viaggia attraverso continenti e popoli raccontando conflitti, disagi sociali e storie di individui ai margini. È un fotografo documentaristico impegnato a documentare il peso della gentrificazione urbana, sensibile alle insidie di uno sviluppo industriale globale senza controllo.

Ciò traspare dal suo progetto fotografico nel quale l’autore rivela rivela l’ipocrisia del genere umano che si illude di riconnettersi con l’ambiente. Il gorilla alienato appoggiato ad un murale con scenari tropicali sbiaditi è il ritratto di un’epoca che non agisce più in modo consapevole, che vede ma non osserva. È un’analisi del rapporto contraddittorio tra uomo e natura, riducendo lo spazio d’appartenenza alla natura. Una riflessione su come la mano umana abbia alterato il pianeta portandolo verso un confine geologico: dall’Olocene all’Antropocene. The Anthropocene Illusion denuncia il consumismo e non solo. Dove acquistare l’illusione della natura? Come ovviare a questo tradimento?
Con il peruviano Sebastiàn Montalvo Gray si racconta invece la sfida strategica tra narcotrafficanti sudamericani e esercito per liberare territori tenuti sotto scacco dalla criminalità. È un artista visivo che concentra la sua ricerca sulla fotografia e audiovisivi come strumento d’espressione mediatica. Spaziando tra il concettuale e il fotogiornalismo investigativo, interpreta temi sociali e politici specialmente del suo territorio. Nella foresta amazzonica la droga viene prodotta e confezionata per essere poi trasportata in aereo su piste costruite appositamente.
Con il progetto “Detonate” l’artista coglie l’istante in cui tali piste d’atterraggio vengono fatte esplodere. Attraverso un’operazione militare che Montalvo ha seguito in prima persona, si documenta il braccio di ferro condotto tra le due realtà. Il gruppo terroristico Sendero Luminoso possiede da tempo grandi insediamenti in Perù allungando la sua ombra su quelle terre, nella cruda realtà criminale irrispettosa non soltanto della vita umana ma anche dell’ambiente.
Le detonazioni di queste porzioni di strada comportano una trasformazione densa di significato, non solo geofisica ma anche simbolica. La danza della terra che si libra nell’aria in seguito alle esplosioni ricorda dipinti astratti che invitano all’interpretazione. È una denuncia al pericolo che mina l’integrità della foresta amazzonica e dell’intero pianeta.
Trasformare la realtà di un paese in pugno alla criminalità in arte coraggiosa si racchiude nell’illusione ottica di una detonazione che comporta un sollevarsi terroso creando la sagoma di un albero, diverso certamente dagli altri ma che si staglia forte e deciso, come il potere delle parole o di un’immagine.
Articolo di Gaia Carnesi