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Nell’Arno scorre energia pulita!

Nell’Arno scorre energia pulita!

Gli interventi di riqualificazione delle traverse copriranno il fabbisogno energetico medio annuo di 20mila famiglie.

L’intervento di riqualificazione delle pescaie – o briglie – sull’Arno è un esempio di sinergia tra pubblico e privato, un’operazione di Project Financing tra Iniziative Toscane e Regione Toscana. La società di scopo, Iniziative Toscane, è partecipata da PAC SpA, socio costruttore e Iniziative Bresciane che rappresenta la parte finanziaria del progetto, mentre Regione Toscana ha contribuito con ulteriori 16 mln di Euro, stanziati a seguito del rincaro dei prezzi a seguito delle emergenze succesute dal 2020 in poi (Covid, Guerra Russia-Ucraina). L’operazione complessiva è destinata a produrre energia da fonti rinnovabili e ristrutturare le briglie e riqualificare le sponde del nostro fiume. 

La realizzazione di questa importante opera di ingegneria idraulica interessa tutto il tratto fiorentino dell’Arno con la rifunzionalizzazione di tredici traverse, alcune delle quali, come le Gualchiere di Remole, risalgono al periodo della Repubblica fiorentina. Costruite per derivare l’acqua come forza motrice delle macchine dei mulini e per altri scopi tra cui la follatura nella lavorazione della lana, le traverse interessate dall’intervento di recupero riguardano Incisa, Ponte di Annibale, Rignano, Sieci, Ellera, Compiobbi, Martellina e Cartiera, Sant’Andrea di Rovezzano, Nave di Rozzano, San Niccolò, Isolotto, Porto di Mezzo. 

Oltre al loro recupero è prevista anche la realizzazione di dodici impianti per la produzione di energia idroelettrica ad acque fluenti che, si stima, produrrà intorno ai 55 Gwh l’anno, ossia l’equivalente del fabbisogno medio annuo di 20.000 famiglie, distribuiti attraverso la rete nazionale. Una particolare attenzione è rivolta anche al mantenimento della biodiversità dell’habitat fluviale con interventi di ripristino della vegetazione autoctona e la creazione di scale di risalita per i pesci creando così un corridoio ecologico, mentre nel quartiere di S. Niccolò i lavori hanno previsto il recupero del giardino della terrazza Marasco con il rinnovo dell’arredo urbano.

Abbiamo intervistato Gennaro Costabile e Francesco Piani, della Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile Settore Genio Civile Valdarno Superiore, l’ente che supervisiona il progetto.

Perché si è messo mano alle traverse del tratto fiorentino dell’Arno con un intervento così ampio? Il controllo della sicurezza idraulica da tempo richiedeva un progetto strutturato e organico. Bisognava intervenire sulla stabilità dell’alveo lungo tutto il tratto fiorentino del fiume e sulla vegetazione di sponda con interventi di taglio, riqualificando l’ecosistema ripario. A questi interventi si sono aggiunte opere ingegneristiche con la costruzione di centrali idroelettriche per produrre energia. L’investimento del partner privato è stato finanziato dalla BEI (Banca europea per gli Investimenti). La Regione Toscana ha fornito ulteriori risorse per la realizzazione delle traverse di Porto di Mezzo e dell’Isolotto (la briglia delle Cascine), occupandosi del recupero e della manutenzione degli argini. La concessione avrà la durata di 30 annidurante i quali sia le opere idrauliche che quelle destinate alla produzione idroelettrica saranno manutenute e gestite dal concessionario, estendibili ad ulteriori 10. Al termine della concessione le opere rientreranno completamente nella proprietà della Regione Toscana che potrà provvedere ad un nuovo affidamento.

In che fase sono i lavori e quando è prevista la conclusione? Alcune centrali sono già state ultimate e producono energia. Altre saranno pronte entro questa estate, compresa la briglia del Girone in cui è stato necessario rialzare il livello di monte con un’opera provvisoria (rubber-dam). Le ultime, Rignano e Porto di Mezzo, dovrebbero essere pronte entro il 2026.

Il progetto architettonico è stato eseguito in modo da essere in sintonia con gli edifici circostanti. Ci sarà comunque un impatto sul paesaggio? In alcune parti l’intervento è visibile e in altre no. Direi che è più evidente nelle zone di Ellera, Martellina e Cartiera. Stiamo cercando di integrare al meglio queste opere nel contesto paesaggistico e per ora, dai riscontri della popolazione, mi sembra che ci stiamo riuscendo.


In che modo i cittadini ne beneficeranno?
Sicuramente ne beneficeranno da un punto di vista di energia, con centraline di ricarica dei veicoli elettrici nelle immediate vicinanze, ma anche di sicurezza. Infatti, queste briglie, costruite secoli fa per garantire livelli compatibili dell’Arno con le fondazioni dei palazzi del centro storico e per generare la forza motrice necessaria agli opifici per la lavorazione della lana devono essere mantenute in efficienza per lo scopo a loro assegnato.

Articolo di Gaia Carnesi.

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