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Riflettori sul Florence Korea Film Fest!

Riflettori sul Florence
Korea Film Fest!

Torna a Firenze il Festival italiano più importante sul cinema e la cultura coreana, con il concerto di Jung Jae-il, l’autore della colonna sonora del film Parasite.

Il Florence Korea Film Fest torna a Firenze per la sua 22esima edizione, dal 21 al 30 marzo, al cinema La Compagnia. Il festival offre più di 80 proiezioni cinematografiche, masterclass e ospiti coreani, coordinati da Riccardo Gelli, Irene Freducci, Veronica Croce e Caterina Liverani. Tra gli ospiti, il regista Han Jay e tra gli attori Song Kang-ho (uno degli protagonisti del film premio Oscar Parasite) e Lee Beyung-un (protagonista della serie Squid Game). Un’opportunità unica per scoprire la cultura coreana. Tra gli attori quest’anno due nomi di spicco del panorama cinematografico coreano e mondiale, Song Kang-ho, uno dei protagonisti del film premio oscar Parasite e Lee Beyung-un, tra i protagonisti della serie tv diventata un fenomeno mondiale, Squid Game.

Song Kang-ho il più acclamato e versatile degli attori coreani di oggi, e il celebre regista Kim Jee-woon, che ha diretto l’attore nel suo ultimo film, Cobweb. Song Kang-ho torna al Florence Korea Film Fest ripercorrendo la sua carriera, dagli esordi ai giorni nostri, attraverso i film da lui interpretati per maestri come Bong Joon-ho, Park Chan-wook, Hong Sang-soo e molti altri.

Per conoscere tutti i dettagli della nuova edizione del festival e per comprendere meglio lo stile coreano e il suo prestigio abbiamo avuto l’onore e l’occasione di parlare con il direttore generale, Riccardo Gelli.

Direttore, siamo giunti alla ventiduesima edizione del Florence Korea Film Fest, un evento famosissimo in tutto il mondo. Quali sono le principalità novità di quest’anno? Cosa dobbiamo aspettarci?

«Il festival continua a crescere di anno in anno e per questa edizione abbiamo sensibilmente aumentato il numero dei nostri ospiti. Un evento di cui andiamo molto fieri è il concerto che si terrà il 30 marzo presso il teatro Verdi. Il compositore Jung Jae-il, che ha lavorato e realizzato le colonne sonore del premio oscar Parasite e di molte altre pellicole cinematografiche coreane, incanterà il pubblico con la sua musica. Non solo film quindi ma anche musica d’autore per offrire una realtà di questa meravigliosa cultura ancora più completa. Anche la mostra di Webtoon che sarà visitabile gratuitamente dal 22 al 29 marzo alle sale Ginori di Palazzo Medici Riccardi è una delle novità di quest’anno. I webtoon sono i tradizionali fumetti coreani che vengono forniti digitalmente sul proprio smartphone, un’arte ancora inedita e fonte di ispirazione per la filmografia e per il drama coreano. Inoltre quest’anno celebriamo i 140 anni di relazioni e collaborazioni tra Italia e Corea, motivo per il quale abbiamo dedicato una sezione al cinema della regione degli anni ’60, la sua prima “golden age”.»

The Moon di Kim Yong-hwa, film sci-fi che teletrasporta nel 2029, quando la navicella spaziale coreana Uriho parte per un viaggio sulla Luna e viene improvvisamente travolta da una tempesta solare, con un membro dell’equipaggio bloccato da solo sulla Luna.

La cultura coreana ha vissuto negli anni continue scoperte. A partire dagli anni ’60 fino ai giorni nostri. Oggi stiamo assistendo a una sua riscoperta che affascina sempre più giovani e adulti. Come mai secondo Lei?

«La cultura coreana è caratterizzata da vari generi, alcuni probabilmente ancora da scoprire. Oggi musica, cinema e cibo sono le categorie più conosciute di questo mondo ma da lì si dipanano poi la danza, la moda e una serie di altri mondi. Credo che le tradizioni culturali coreane riscuotano un successo così importante in Italia perché il pubblico le sente vicine al nostro modo di interpretarle e viverle.»

Quali sono gli aspetti della cultura coreana contemporanea che si ritrovano anche nel loro modo di fare cinema?

«Moltissimi. Per molto tempo Cina e Giappone hanno rappresentato il principale modello culturale asiatico. La Corea ne ha inaugurato uno suo tutto nuovo, quello più vicino a noi. Si approccia al cinema con uno stile occidentale, attingendo un po’ da Hollywood e, allo stesso tempo, conservando una identità interna forte. Questo ha consentito di mantenere la propria autenticità. Inoltre, la cura per qualsiasi dettaglio, dai film alle serie tv o alla produzione musicale, è la giusta chiave per essere in sintonia con altre culture.»

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