Funambolismi con Wanda Miletti Ferragamo
Il museo Salvatore Ferragamo omaggia la sua donna in equilibrio per eccellenza, attraverso un’ampia iniziativa culturale fatta di esposizioni, incontri e collaborazioni speciali.
“Donne in equilibrio” è la mostra dedicata a Wanda Miletti Ferragamo, curata da Stefania Ricci ed Elvira Valleri. Inaugurata nel maggio 2022 è uno specchio cronologico della vita al femminile.
A partire dal miracolo economico fino ad oggi, la ricerca talvolta faticosa di compatibilità tra famiglia e carriera è stata la sfida della visionaria imprenditrice e della maggior parte delle donne. Per creare una connessione con uno sguardo contemporaneo, il museo Ferragamo ha invitato le studentesse dell’Istituto Marangoni di Firenze, coinvolgendole nel progetto come riflesso innovativo.
Nasce così la mostra digitale “A Feminine Lexicon”. Le curatrici sono Pia Diamandis ed Elena Tortelli, giovani e brillanti studentesse del corso di Arts Curating.
Insieme hanno selezionato 11 artiste altrettanto giovani e internazionali, scegliendo linguaggi e stili diversi, ma dal file rouge comune: il valore delle proprie origini, l’identità, la fierezza di essere sé stessi. Si spazia dalla pittura ai video ed installazioni, fino a ritratti fotografici anche animati e poster di orgoglio e protesta.
La mostra è strutturata in tre sezioni: Legami (familiari e sentimentali), Rappresentazioni (di soggetti femminili contemporanei), Lotte (come le sfide che si intraprendono). Il tutto colorato da simbolismi e metafore di stereotipi. La collaborazione nasce affinchè si crei un dialogo globale tra generazioni, dove l’elemento principale è l’identità.
Elena e Pia, cosa crea equilibrio in una donna?
L’equilibro sta nel trovare il proprio scopo nella vita, avere il coraggio di fare ciò che rende felici. Ci sono delle regole sociali non scritte che spesso ci appesantiscono l’esistenza, come se non si potesse mai avere ragione qualunque cosa si faccia; quindi, tanto vale fare ciò che ci rende più felici. Che si tratti di perseguire una carriera, di occuparsi della famiglia, di entrambe le cose o di nessuna delle due. Che poi è una cosa abbastanza universale e non solo legata alle donne.
Quali elementi avete valutato e ricercato durante la selezione delle artiste e delle loro opere?
Abbiamo cercato di avere un punto di vista molto ampio e soprattutto internazionale, dal momento che la mostra “Donne in Equilibrio” è incentrata sulla scena italiana. Volevamo che il nostro progetto fosse capace di rompere gli stereotipi e far emergere storie di cui non si sente parlare molto.
Che differenze trovate, se ce ne sono, tra le donne di oggi e quelle della generazione del primo boom economico?
Sicuramente adesso abbiamo più possibilità di scelta, soprattutto per quanto riguarda quello che vogliamo diventare e di conseguenza più possibilità di riuscire veramente ad esprimere noi stesse. Altri aspetti, invece, non sono poi tanto cambiati, ma speriamo bene per il futuro.
Che valore ricopre il linguaggio nel mondo artistico e culturale?
Ricopre un ruolo comunicativo fondamentale, rappresenta la possibilità di entrare in contatto con altri interlocutori in modo personale e significativo. Il linguaggio, il modo in cui scegliamo di esprimerci, è importante tanto quanto quello che vogliamo dire e può fare la differenza.
Avete dato voce ad artiste molto diverse tra loro. Quali emozioni vorreste suscitare nel pubblico e che messaggio trasmettere?
Prima di tutto l’empatia, mostrare che anche se si tratta di persone mai incontrate, la cui vita è così diversa dalla nostra, possiamo comunque avere dei valori condivisi e basi comuni. Ma anche difficoltà. Alla fine, siamo tutti più simili che diversi, quindi vorremmo che le storie delle artiste ci rendessero tutti più vicini e consapevoli di questo.
Cosa porterete di prezioso con voi da questa esperienza con la Fondazione Ferragamo?
Pia Diamandis: Anche lavorare con sentimenti positivi è bello. Il mio lavoro quotidiano è quello di assistente di un regista di film horror, quindi la maggior parte dei miei prodotti creativi deriva da tensioni e sentimenti spiacevoli. È stato bello vedere che posso creare qualcosa di più leggero, tanto per cambiare.
Elena Tortelli: Il lavoro di gruppo, discutere e scegliere insieme prima le artiste da presentare poi le loro opere. Inestimabile è stato il poter sentire proprio la voce e il punto di vista delle artiste stesse, riguardo le loro opere e il tema della mostra.
(di Gaia Carnesi)