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Abiti iconici d’autore

Abiti iconici d’autore

Il Museo della Moda dal Settecento ad oggi:
eccellenza italiana a Firenze.

Dal 1983 Firenze annovera nel suo patrimonio museale di eccellenza il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda. Oltre tredici sale in cui ammirare abiti iconici e rarissimi accompagnati da accessori ricercati e preziosi, tutti provenienti da donazioni di privati, associazioni o enti. Interessato da lunghi interventi per realizzare un nuovo allestimento delle sale espositive, il Museo ha riaperto al pubblico dopo cinque anni, con una veste completamente rinnovata. Il nuovo percorso offre al visitatore un nucleo centrale della collezione permanente, costituito da oltre sessanta abiti e centinaia di accessori che abbracciano un arco temporale che va dal Settecento fino ai primi anni Duemila. È possibile ammirare abiti rari e iconici che insieme ad accessori come borse, scarpe, cappelli e guanti, raccontano la storia dello stile e delle moda attraverso i secoli, in un viaggio entusiasmante tra modelli e alta sartorialità che riecheggiano corti e nobildonne, attrici e regnanti, per arrivare alle testimonianze più moderne di stilisti che ancora oggi presentano le loro collezioni sulle passerelle internazionali. Dalla robe à la française, dettato dall’etichette di corte, al più confortevole e classico stile Impero, per passare alla mise da sera fin de siècle di Catherine Donovan, celebre stilista americana interprete dell’élite cittadina newyorkese, assidua frequentatrice del suo atelier in cui nascevano i suoi abiti in rete ad ago meccanico, fino ai vestiti fascianti di Mariano Fortuny per Eleonora Duse, al Museo della Moda che ha sede nel Palazzo della Meridiana a Palazzo Pitti, sorprende per la ricchezza delle sue collezioni. Tra gli stilisti del nostro secolo sono esposti gli abiti regali di Emilio Schubert, il sarto delle dive, tra le quali Gina Lollobrigida e Sophia Loren, quelli di Gianni Versace per Patty Pravo e il vestito-guaina nero di Jean Paul Gaultier, disegnato per Madonna.

La sala degli abiti di Eleonora Duse, Museo della Moda.

La curatrice del Museo della Moda Vanessa Gavioli ricorda come sia stato entusiasmante creare una esposizione permanente, «un itinerario dal quale emergono i momenti salienti di una raccolta di oltre 15.000 numeri d’inventario.» Gli abiti vengono esposti a rotazione per ragioni conservative, mantenendo il criterio storico, cronologico e concettuale adottato. Un contributo quello del Museo della Moda che partecipa alla comprensione di altre discipline, il teatro, la danza e le arti performative. Il Direttore degli Uffizi Simone Verde ribadisce le implicazioni culturali tra costume e arti figurative: «Il costume e la storia sono intrinsecamente connessi coll’arte e abbiamo voluto sottolineare questo legame attraverso l’abbinamento degli abiti con una selezione di prestigiosi dipinti.»

Il Direttore degli Uffizi Simone Verde insieme alla curatrice del Museo della Moda Vanessa Gavioli.

Ogni abito è un’opera unica e può rimanere sui manichini solo per un certo periodo di tempo. Infatti, l’esposizione prolungata alla luce e ad altri fattori ambientali possono stressare e alterare le caratteristiche dei tessuti. Una volta rientrati nei depositi gli abiti vengono sottoposti ad interventi di conservazione e mantenimento non meno impegnativi di quanto richiedano quando sono in mostra.

Negli ultimi anni il Museo ha aperto le proprie collezioni anche ad abiti maschili, grazie a donazioni provenienti dal Centro di Firenze per la Moda e Pitti Immagini. Inoltre tutto il patrimonio del museo è stato digitalizzato ed è disponibile negli Archivi Digitali delle Gallerie.

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