A Palazzo Firenze la Società Dante Alighieri promuove un evento unico in occasione della giornata su Dante. Tra scrittori e scrittrici di lingua straniera anche Jhumpa Lahiri e Kossi Amékowoyoa Komla-Ebri
La lingua è uno degli strumenti più importanti che l’essere umano possiede, un mezzo potentissimo che permette di entrare in contatto con gli altri, di scambiarsi idee e arricchirsi continuamente dalle parole e dalle esperienze che ci circondano e decidiamo di condividere. In un mondo così globalizzato e interconnesso dentro il quale viviamo è proprio la comunicazione a rappresentare un elemento imprescindibile della vita umana. Parlare una lingua, però, non vuol dire semplicemente conoscerla o limitarsi a saperne le regole, ma viverla nelle innumerevoli sfumature che la compongono, abitarla di usi e costumi, di tradizioni artistiche e culturali che la rendono unica nel suo genere.
È proprio all’interno di questa cornice che si colloca la prima Consulta lingua-mondo della Società Dante Alighieri, un complesso di artisti, scrittori e rappresentanti italiani e non, presentata per la prima volta in un evento nazionale unico nel suo genere, che ha luogo oggi 30 maggio presso Palazzo Firenze, a Roma, in occasione della giornata su Dante e seguibile anche da remoto sul sito ufficiale della fondazione a partire dalle ore 11:00.
L’iniziativa ha visto coinvolto in primo luogo Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri, che ha fortemente contribuito alla formazione della consulta e che presenterà la stessa insieme alla vicepresidente, nonché scrittrice, Edith Bruck.
Il progetto, che ha da subito riscosso ampio consenso da parte di diversi autori provenienti da tutto il mondo, nasce con lo scopo di costituire una vera e propria rete le cui fila sono tessute intorno alla lingua italiana, elemento di conduzione tra tutti e attraverso la quale favorire e promuovere la presentazione di libri, mostre e qualsiasi altra produzione di tipo culturale e artistico con dibattiti e scambi di continuo arricchimento. Un’occasione, quindi, per poter confrontarsi con vissuti molto diversi tra loro, distanti geograficamente e nel tempo ma uniti dall’utilizzo di un unico idioma: l’italiano.
Nella foto il presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi, cui seguirà l’intervento della vicepresidente Edith Bruck, scrittrice, traduttrice e testimone della Shoah, ungherese e naturalizzata italiana, secondo cui l’italiano è “la lingua della libertà” e che guiderà i lavori della Consulta.
Costituita dopo la precedente esperienza del programma “Pagine di Confronti”, la nuova Consulta lingua-mondo ha racchiuso al suo interno personalità di spicco come Kossi A. Komla-Ebri, medico e autore di libri, originario del Togo, e il premio Pulitzer, scrittrice di romanzi e curatrice di una versione inglese della Divina Commedia, Jhumpa Lahiri. Entrambi sono esponenti di quella che viene definita letteratura migrante italiana ed entrambi sono esempi concreti di personalità straniere che nell’italiano hanno trovato la loro perfetta dimensione di espressione e di realizzazione professionale.
Questa lingua terza, così definita da Lahiri, lontana da quella di nascita (il bengalese) e da quella adottiva (l’inglese) è stata l’unica a permetterle di rintracciare uno spazio in cui sentirsi viva, in un linguaggio che sia contemporaneamente luogo di affetto e di riflessione, concetto espresso all’interno della sua così definita autobiografia linguistica “In altre parole”. Sono autori che conoscono la difficoltà di scrivere in una lingua che non è la loro, superando la paura dell’errore e il pregiudizio degli altri, rendendoli testimoni perfetti di quelli che sono gli obiettivi della consulta da qui agli anni avvenire.
Nella foto Jhumpa Lahiri, scrittrice nata a Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti, ha conseguito un dottorato sul Rinascimento italiano e ha curato una versione in inglese della Divina Commedia.
Photo: courtesy of Società Dante Alighieri, Roma.