Now Reading
Donne di pace che seminano per il futuro del pianeta

Donne di pace che seminano per il futuro del pianeta

La biologa e attivista Emanuela Evangelista ospite all’Eredità delle Donne: «Il tempo in Amazzonia scorre sotto lancette diverse fatte di pioggia, di stagioni, di raccolta»

Anna Maria Luisa dei Medici è la Musa ispiratrice dell’edizione 2023 del’Eredità delle donne che si svolgerà dal 23 al 26 novembre nel complesso dell’Ex Manifattura Tabacchi. L’Elettrice Palatina lasciò un’importante eredità alla città di Firenze, l’immenso patrimonio artistico accumulato dalla dinastia Medicea in tre secoli di storia. Le protagoniste di questo anno sono le Madri della Patria, donne di pace che costruiscono ponti di speranza. Tra le numerose testimonianze e racconti di scrittrici, scienziate, imprenditrici, professioniste che con le loro battaglie e il loro impegno ‘seminano per un futuro’ migliore, segnaliamo in particolare la presenza di ospiti come Carola Rackete, giovane comandante della nave Sea Watch, che il 26 giugno del 2019 forzò il blocco imposto dal Ministero degli Interni italiano per entrare in acque territoriali e salvare la vita a 42 naufraghi; di Najwa Wheba, la prima donna riconosciuta dall’ONU nel 2021 come portavoce alla Presidenza libica di Tripoli e Emanuela Evangelista, biologa ed attivista che abbiamo intervistato.

Emanuela Evangelista vive da oltre venti anni nella foresta pluviale, nel villaggio di Xixaù, dedicando la propria vita alla salvaguardia dell’ultimo polmone verde del pianeta. Nel suo libro Amazzonia, una vita nel cuore della foresta, (Laterza, 2023) racconta come in questo luogo il tempo scorra in modo differente, con ritmi scanditi dalle stagioni e dalla natura. 

«Il tempo della mia vita cambiò, il ritmo cambiò. Fu come passare dall’altro lato di un orologio. Vivere qui comportava impiegare il tempo di questo luogo, che scorre sotto lancette diverse, lente e collose, fatte di piogge, di stagioni, di epoche di raccolta, di periodi di deposizione delle uova, di limiti imposti da forze superiori, con le quali l’uomo non compete; semplicemente si arrende, le asseconda, le rispetta.» (Da: Amazzonia una vita nel cuore della foresta, Laterza, 2023).

Lei è fondatrice e presidente dell’organizzazione no profit Amazônia.
Quale è la vostra missione?

Noi immaginiamo un mondo in cui l’Amazzonia non sia più a rischio di estinzione. La foresta esiste grazie a piogge che ormai scarseggiano e rischia di trasformarsi in un ecosistema arido in meno di trent’anni. La missione è intervenire per evitare questa perdita che sulla terra avrebbe conseguenze non solo ambientali. Bisogna proteggere la foresta ancora esistente e allo stesso tempo riforestare dove l’Amazzonia non c’è più. Solo così si può scongiurare una catastrofe.

Quale è il traguardo più importante che avete ottenuto?

Abbiamo contribuito alla protezione di una grande aria di foresta che oggi si chiama “Parco nazionale dello Jauaperi”, esteso su 600.000 ettari che si incastra in un mosaico di aree di preservazione, contribuendo a creare un grande corridoio di foresta protetto dal bacino del Rio Negro. 

In che modo è cambiata la sua vita negli ultimi vent’anni, vivendo in un luogo dove protagonista è la natura e non l’uomo?

In un luogo come questo è necessario cambiare per potersi adattare: Qui esistono stratificazioni di società diverse. Una rete di specie e di esseri viventi di ogni tipo convivono e condividono le risorse senza intermediazioni. La dipendenza dalla natura implica il rispetto di quest’ultima, poiché tutto ciò che ti circonda è materia prima. Ho imparato tante strategie di sopravvivenza che non appartengono più al nostro mondo.

Qual è la ricchezza del popolo amazzonico?

La conoscenza del territorio, da un punto di vista tradizionale. Strategie di vita, del mondo spirituale, gli esseri che popolano la foresta, le erbe medicinali. È un vasto mondo del sapere che si perde distruggendo parti di quelle foreste. La loro ricchezza è la loro cultura, la loro tradizione.

Cosa vorrebbe lasciare in eredità della sua fondazione e del suo lavoro?

L’Amazzonia ci insegna la capacità di vivere in luoghi che non hanno confini. Specie così diverse nel tempo riescono ad affinare la capacità di coesistere senza bisogno di marcare confini. Un tempo questo è stato utile alle nostre società per consolidarsi e svilupparsi, ma oggi è necessario andare oltre.

Citando l’ecologista Thomas Lovejoy, Emanuela Evangelista ricorda: «Distruggere la foresta Amazzonica è come dare fuoco a libri che nessuno ha mai letto.»

Ostacolare la sopravvivenza e la scoperta umana e naturale è il peggior torto che si possa infliggere al futuro. Come l’Elettrice Palatina ci insegna, l’eredità più preziosa è memoria e diritti.

Autore: Gaia Carnesi

Foto courtesy of: Erik Falk e Luca Locatelli per l’Eredità delle Donne.

What's Your Reaction?
Fantastico
2
Molto interessante
9
Mi piace
1
Mah
0
Non mi piace
0

© 2023 Seeds of Florence. All Rights Reserved.
Seeds of Florence, via Bolognese 38, 50014 Fiesole. P.Iva 07077080484
Seeds of Florence è un periodico quadrimestrale iscritto al ROC n. 36861 proc. n. 1225843
Powered by meltin'Concept

Privacy Policy - Cookie Policy

Scroll To Top