Ritratti senza confini: la mostra che racconta l’umanità di Oliviero Toscani
L’Umanità è il vero prodotto (esistenziale) a cui dedicarsi. In certi paesi e culture resiste il pensiero che la fotografia rubi l’anima di chi viene ritratto. Per Oliviero Toscani sottrarre qualcosa di intangibile è sempre stata un’idea intrigante. L’attimo in cui ti connetti con lo sguardo di chi fotografi è quello in cui la sua aura viene svelata, lo scudo cede e scopri chi hai davanti. L’obiettivo è raccontare la diversità e l’unicità, del genere umano.
Razza Umana è un progetto fotografico, antropologico e culturale senza virtuosismi. In mostra a Palazzo Blu di Pisa con oltre cinquecento ritratti che spaziano dall’Italia spingendosi in Colombia, Giappone e Guatemala, è parte di un archivio di circa centomila scatti realizzati da Oliviero Toscani e il suo team di professionisti, tra cui i figli Lola e Rocco, che abbiamo intervistato.
Rocco, come e quando nasce il progetto Razza umana?
Nasce nel 2005 con mio padre, voleva realizzare un progetto sui ritratti come i casting di strada. Insieme al gruppo Sterpaia, bottega dell’arte e comunicazione, abbiamo iniziato a fotografare i passanti girando l’Italia in camper. In cinque anni abbiamo scattato almeno settemila foto. È stato molto bello ma anche impegnativo.
Come costruivate il set?
Era un set molto semplice sistemato in strada, un telo bianco e profondità di campo molto corte. Utilizzavamo luce naturale, sfruttando il riflesso dei palazzi difronte e le ombre. Un po’ come Richard Avedon quando ritrasse il West Americano, per noi non era una ricerca dell’assurdo, ma ritrarre la persona dimostrando che ognuno di noi è un’opera d’arte unica.
È un progetto ancora in cammino e quale messaggio vuole trasmettere?
Certamente. Razza Umana sarà a Milano Marittima il prossimo luglio, dove monteremo i set per scattare nuove foto e da cui realizzeremo una mostra. Dimostra che ognuno di noi è unico e irripetibile. Oliviero Toscani insisteva su quanto fosse preziosa l’unicità della persona, tutti uguali ma, allo stesso tempo, anche diversi.
Come si fa ad entrare in connessione con una cultura lontana da noi e raccontarla al meglio attraverso l’obiettivo?
Dico sempre ai soggetti che fotografo di non pensare alla resa finale, non è una questione fisica ma psicologica, legata al giudizio. Lo sguardo racconta qualcosa, poi ci sono persone che hanno negli occhi una scintilla in più rispetto ad altri. Il bello della fotografia è che fermi quell’attimo e sarà chi osserva l’immagine a trovare un finale per quella storia.





Sei fotografo, viticoltore, imprenditore. In quale professione sublimi al meglio la tua espressività?
Nasco fotografo ma cresco in azienda, nella nostra campagna a Casale Marittimo. Ho studiato alla scuola d’arte, ho lavorato con mio padre come assistente ma, a un certo punto, ho capito che avere un’attività agricola di questo tipo impegna molto e serviva fare un altro mestiere. Nel 2014 ho preso in mano l’azienda e nel tempo l’ho trasformata in biologica. Produciamo con passione vino, olio e poi sono sempre stato appassionato di cavalli, abbiamo un ranch e gli allevamenti.
Fare vino può considerarsi un’arte come fare fotografia?
Produrre il vino è una grandissima forma d’arte, un’arte estrema perché sei legato all’ambiente, alla natura, alle stagioni che condizionano il risultato e genera sensazioni interne, personali e soggettive, proprio come scegliere un soggetto da fotografare. Convivere con la natura richiede dedizione e metodo.

Qual è per te la fotografia che racconta l’essenza di Oliviero Toscani?
Un autoritratto del suo volto schiacciato su di un vetro. Io ero dall’altra parte della fotocamera in quel momento, a scattare. Lo rappresenta per quello che era, come ha cresciuto me e le mie sorelle e come ci ha insegnato ad affrontare la vita. Quello per me è Oliviero Toscani.
«Mi commuovo di fronte all’unicità di ogni individuo, e per questo fotografo gli esseri umani nelle loro molteplici espressioni»
(Oliviero Toscani)
Crediti fotografici: Toscani Studio. Ritratti di Rocco Toscani, foto Zep Studio